Era stato il momento in cui il suo cuore aveva tradito il fratello per la prima volta.
7
TRE MESI PRIMASono tuo figlio? sussurrò Jeremy.
La mente gli andò in subbuglio per quello che gli era appena stato rivelato. Doveva aver sentito male. Raphael, il terzo arcangelo più potente del Paradiso, meno potente solo di Michael e di Gabrielle, non poteva avergli appena detto di essere suo padre.
Sì, aveva sicuramente inteso male. A volte era difficile capire Raphael, che prediligeva la lingua antica. Cerano anche volte in cui passava allEbraico a metà di una frase. Succedeva raramente negli ultimi tempi, e lo faceva solo quando era sotto pressione. E questo era sicuramente il caso. La battaglia contro Lucifero a Shiprock, nel New Mexico, non era andata come previsto. Lucifero era riuscito a scappare, e Raphael sosteneva che fosse solo una questione di tempo prima che langelo oscuro tornasse con unarmata ancora più grande. Tutti erano in tensione.
E allora perché il cuore gli batteva allimpazzata?
Tu sei mio padre? La voce di Jeremy echeggiò nella stanza.
Si sentì un gemito, e i suoi occhi passarono al letto su cui giaceva Naomi Duran, addormentata. Raphael fece una pausa, tenendo le mani sopra al corpo della ragazza.
Sì disse sottovoce.
È mio padre. Jeremy si lasciò sprofondare nella poltrona di fronte a lui. Raphael continuò il proprio lavoro di guarigione su Naomi, per proteggere la quale suo fratello aveva lottato così strenuamente.
Non era possibile. O invece sì? Secoli prima, Jeremy era nato da una madre umana, Rebecca. Lash era suo fratello. La punizione di Raphael era stata che i figli perdessero ogni ricordo della vita passata e di tutti quelli che vi avevano vissuto, incluso il padre.
Jeremy osservò gli occhi color zaffiro ed i capelli dorati di Raphael, così simili ai suoi, e le sue mani. Quelle mani.
La mente cominciò a ronzare e poi sentì il pianto di un neonato che gli riempiva la testa. Immagini comparivano e sparivano: un piccolo cottage, una capra, la mano di un bambino accanto ad altre grosse, muscolose.
Padre, le tue mani sono uguali alle mie.
Sussultò, e il suo sguardo corse a Raphael. Era tutto vero. Ed era come se lavesse sempre saputo. Nel suo profondo, aveva sempre sentito un forte legame con luomo che chiamava mentore ed amico.
Ed ero fidanzato con lei. Passò lo sguardo su Naomi.
Tutto aveva senso adesso. Limprovvisa attrazione che aveva sentito per Naomi la prima volta in cui laveva vista a Houston; il modo in cui lei gli tormentava la mente mentre controllava che Lash completasse il suo incarico; e il dolore al petto che laveva quasi messo in ginocchio quando aveva visto Lash che la teneva fra le braccia per proteggerla, le premeva le labbra sulla guancia, e le dichiarava il suo amore. E quando ciglia scure ed occhi azzurri si erano sollevati verso il suo migliore amico e labbra bluastre avevano sussurrato Ti amo, il suo cuore si era fermato, a pezzi per qualche ragione inspiegabile. Per un attimo, aveva pensato che Lucifero o Saleos fossero fuggiti e lo stessero attaccando servendosi di qualche forza invisibile. Adesso capiva il perché.
Laveva amata.
Anche adesso il suo cuore soffriva nel vedere Naomi giacere sul letto quasi senza vita, pallida, con i capelli neri sparsi disordinatamente sul cuscino. Era stato lui a farle questo. Aveva preso la sua vita terrena. Laveva portata via alla famiglia che lei amava tanto.
Dopo averla colpita a Shiprock, laveva portata alle residenze degli angeli, in una camera privata. Era rimasto al suo fianco mentre Raphael si occupava di Lash nel Salone delle Offerte, curando le sue ferite. Anche se Jeremy era preoccupato per Lash e sarebbe stato compito di Rachel occuparsi di Naomi, si era rifiutato di allontanarsi da lei. Invece aveva pregato Rachel di venirlo ad avvisare non appena Lash si fosse svegliato. Il suo senso di colpa per non essere al capezzale del fratello era diminuito quando Raphael gli aveva fatto sapere che Lash era fuori pericolo.
Sì, lo eri disse Raphael passando le mani sullo stomaco di Naomi. Fece una pausa e guardò Jeremy con intensità. Ricordi qualcosa, figlio mio?
Lo sguardo di Jeremy si spostò su Naomi. Le sue guance e le sue labbra perfettamente disegnate stavano lentamente riprendendo colore. Il respiro gli si fermò mentre altre immagini gli passavano per la mente. Si muovevano così velocemente da impedirgli di focalizzarsi su una. Una borsa di pelle. Labbra rosa. Una fascia rossa.
Lattrazione verso di lei si intensificò. Tese una mano nella sua direzione, con il desiderio irrefrenabile di far scorrere le dita sulle sue labbra. E poi, come perso in un passato di cui non aveva conosciuto lesistenza fino ad ora, sentì la sensazione: labbra sulle labbra, calde, bagnate, sensuali . . . elettrificante.
Jeremiel?
Sbattendo gli occhi, guardò Raphael e vide la propria immagine riflessa nello specchio a figura intera appeso alla parete di fronte. La sua mano era a pochi centimetri dalle labbra di Naomi. Desiderio e brama erano dipinti sul suo viso.
Allontanò la mano di scatto, mettendosela in tasca. Qualunque cosa stesse provando, avrebbe dovuto smetterein fretta. Lash sarebbe stato molto arrabbiato una volta sveglio. E quando avesse saputo che Naomi era stata promessa a Jeremy in matrimonio . . . beh, anche quello non avrebbe certo aiutato. Jeremy conosceva bene lamico. Agisci prima, rifletti dopo. Lash avrebbe pensato che lui avesse voluto rubargli Naomi intenzionalmente.
Mentre la guardava, una vocina gli risuonò nella mente.
Ed avrebbe ragione.
Jeremy si schiarì la gola, ricomponendosi. Non proprio. Credo di ricordare qualcosa sullaver vinto una gara di corsa ed una borsa piena di monete doro . . . e forse una capra.
Secoli dopo e quella capra ci controlla ancora. Animale testardo. Ridacchiando, Raphael appoggiò delicatamente la mano sulla fronte di Naomi. Lei era lunica in grado di far muovere quella vecchia caprae lunica a far sorridere Lahash. Lo rendeva molto felice, e lo farà ancora.
Lha già fatto mormorò Jeremy guardando con amore la donna che aveva portato il sole nella vita del suo migliore amico.
Non aveva mai visto Lash tanto felice come quando stava con Naomi nelle ultime settimane. Anche prima di venire cacciato dal Paradiso, Lash sembrava sempre circondato da un alone di tristezza. Jeremy aveva pensato che lui fosse fatto così. Adesso aveva capito che era perché gli mancava il cuore e nemmeno lo sapeva.
Se lei era destinata a mio fratello perché il mio spirito si risveglia semplicemente standole seduto vicino?
Il mio lavoro qui è finito. È stato abbastanza facile. Raphael si abbassò e baciò la fronte di Naomi. La rabbia di tuo fratello, invece, sarà un altro paio di maniche.
Pensi che dovrei venire con te? Per quanto Jeremy volesse rimanere con Naomi, forse sarebbe stato meglio rimanerle lontano.
So che sei ansioso di riappacificarti con Lahash, come me. Dobbiamo muoverci con cautela. Lascia che gli parli io per primo.
Appena Raphael ebbe lasciato la stanza, Jeremy si girò verso Naomi. Stava meglio. Il suo respiro era lento e stabile. Le ciglia nere formavano una mezzaluna sul suo viso. Le guance erano rosate e le labbra parzialmente schiuse erano di un rosa che invitava i baci. Gemette. Avrebbe dovuto andarsene con Raphael. Avrebbe dovuto lasciare Rachel con Naomi.
Rimase in ascolto, sperando di poter udire i passi di Rachel che si avvicinavano alla stanza. Tutto ciò che riusciva a sentire era musica che arrivava dal cortile. Alzandosi, si avvicinò alla finestra e guardò fuori. Un gruppo di angeli, seduto sotto gli alberi di ciliegio, ascoltava un serafino cantare. Assomigliava a Rachel, piccola ma con gli occhi azzurri anziché castani. Boccioli di ciliegio svolazzavano nellaria, cadendo intorno ai suoi piedi e a quelli del suo pubblico di angeli. La sua voce dolce da soprano era pura senza vibrato mentre cantava, chiedendo al proprio amore di sognarla. Le sue mani grassottelle si muovevano con grazia seguendo la melodia della canzone celtica.