Quel dolce sapore persisteva ancora sulle sue labbra e lui se le sfiorò con la lingua mentre il desiderio di un altro assaggio iniziava a sopraffarlo. Lui voleva anzi, doveva entrare in lei mentre assaggiava di nuovo il suo sangue.
Poi aprì gli occhi di scatto, ammettendo la propria dipendenza. Scuotendo la testa, decise che doveva liberarsi di quellenergia che gli scorreva nelle vene a causa del sangue di Aurora. Quella scarica sarebbe scomparsa una volta per tutte o era condannato a bramare per sempre leccitazione del primo assaggio?
Saltando dal tetto, vagò per la città alla ricerca di qualcosa qualsiasi cosa che lo distraesse dalla tentazione. Aveva combattuto per ridare ad Aurora la sua tanto agognata libertà da Samuel e non aveva intenzione di sostituirsi a lui come suo padrone.
Ricordò il modo in cui lei teneva le mani di colui che aveva chiamato fratello quel tipo bellissimo di nome Skye. Era una stretta leggera, tenera e infantile non era la passione che Aurora aveva mostrato con lui. Le avrebbe permesso di stare con suo fratello e, intanto, si sarebbe tenuto occupato nellattesa che lei tornasse.
Muovendosi per le strade, Michael cominciò a percepire sempre più demoni quelli che uscivano tardi e catturavano le povere anime che si avventuravano nel buio. La voglia di combattere prese il sopravvento e lui sorrise, sapendo che avrebbe potuto contribuire a liberare il mondo da qualche demone e magari smaltire anche un po della sua eccitazione. Aveva trovato la sua distrazione.
Quella decisione lo portò nella zona malfamata e il suo sguardo acuto guizzava di persona in persona alla ricerca della vittima perfetta, proprio come i vampiri senzanima cacciavano i loro umani preferiti i suoi bersagli, però, appartenevano al lato oscuro. Passò accanto ad alcuni demoni di basso livello accalcati ad un angolo della strada. Allapparenza sembravano una normale gang di quartiere e Michael li guardò mentre camminava.
Prima del suo arrivo erano rumorosi e turbolenti ma, mentre lui si avvicinava, si zittirono. Le sue labbra si curvarono quasi in un ghigno, come per fargli capire che sapeva esattamente coserano. Non si preoccupò di voltarsi indietro quando sentì il rumore di passi che si allontanavano rapidamente. Forse quei demoni erano più intelligenti di quanto pensasse.
Giungendo allincrocio successivo, Michael scrutò gli edifici e le strade sporche, continuando a cercare. Stava per proseguire quando sentì un picco di potere potere puro, dolce e pericoloso. Restrinse lo sguardo quando quellodore lo avvolse e un senso di vertigine gli pervase la mente. Non era un potere grande ma era abbastanza forte da fargli venire voglia di annientarlo.
Il suono di un campanello lo fece voltare e il suo sguardo color ametista osservò la donna che uscì dal bar malandato dallaltra parte della strada. Indossava un top di pelle e una minigonna corta in pizzo trasparente, con calze a rete e tacchi a spillo neri. I suoi capelli erano di una miriade di colori che andavano da verde e rosa fluorescente a viola, nero e biondo.
Lei estrasse una bottiglia di liquore dalla borsa e svitò il tappo. Alzandola, ne bevve quasi metà tutta dun fiato e poi si asciugò la bocca con il dorso della mano. Anche se allapparenza sembrava umana, lui poteva vedere il vero volto del demone nascosto.
Michael si rilassò mentalmente e fisicamente. La maggior parte dei demoni incontrati in passato non sapevano cosera lui in realtà al massimo lo credevano erroneamente un vampiro. Sentendosi sopraffare da una finta calma, scese dal marciapiede.
Il demone si girò verso di lui e sorrise attraverso il corpo che aveva rubato per attirare la sua vittima. Michael sapeva che in passato i demoni si nutrivano di vampiri persino Misery li aveva usati in quel modo.
Buonasera, bellezza. il demone fece le fusa sbattendo le sue lunghe ciglia.
Michael si avvicinò e la sfiorò con una spalla, girandole intorno e mantenendo il contatto fisico.
In effetti è proprio una buona serata. le sussurrò stando al gioco. Chi sei?.
Qualsiasi cosa che tu vuoi che io sia. sussurrò lei in risposta.
Io voglio che tu sia te stessa. le disse Michael allorecchio, poi si mise davanti a lei. Sorrise lentamente mostrando i canini, che portavano sempre la gente a confondere lui e i suoi fratelli con i vampiri.
Il demone inclinò la testa di lato e sorrise di nuovo Oh, capisco..
Michael annuì mentre rilassava il proprio sorriso Certo che capisci..
Puoi chiamarmi Morgana.. Lei gli si mise a braccetto e si avviarono entrambi verso un vecchio edificio alla fine dellisolato.
Entrarono e lei chiuse la porta. Michael si guardò intorno e notò la quantità di cadaveri che giacevano lì. Quel posto puzzava di sangue vecchio e di marciume un luogo adatto a quel vorace demone che adesso era aggrappato al suo braccio.
Ti piace la mia casa? sussurrò Morgana, poi ridacchiò mentre si voltava per ammirare la propria fatica.
Michael scrollò le spalle Sarà ancora meglio quando il tuo corpo senza vita finirà in mezzo agli altri..
Si chinò appena in tempo per evitare gli artigli di Morgana, improvvisamente lunghi, che cercavano di staccargli la testa. Torcendo il busto, Michael le affondò un gomito nel torace, facendola piegare. Le sferrò un pugno, colpendola al naso abbastanza forte da farla volare allindietro.
Morgana finì a terra e guardò il vampiro, con il viso contorto in una maschera grottesca che mostrava la sua vera natura. I suoi occhi color nocciola si assottigliarono e divennero rossi, le sue sopracciglia sincurvarono e la sua bocca, che prima era piuttosto attraente, si allargò in un orrido sorriso con denti aguzzi e malmessi. Lei fece scivolare fuori la sua lingua lunga e si leccò il sangue che le colava dal naso.
Michael fece una smorfia era nauseante. Avrebbe fatto sicuramente un favore alla città liberandola da quel mostro. Tale bruttezza guastava il panorama.
Arrampicandosi allindietro sul muro, lei balzò di nuovo verso Michael, dimenando i lunghi artigli davanti a sé. Stavolta gli lasciò un paio di graffi sul petto attraverso la camicia non erano gravi ma sanguinavano comunque. Lui strinse il pugno destro e colpì il demone al viso, facendogli girare la testa in modo innaturale. Dandogli un rapido calcio al ginocchio, sentì le ossa frantumarsi. Non provò alcun rimorso, sapendo che il demone si era nascosto in un corpo già morto.
Quando Morgana cadde per la seconda volta, Michael si avvicinò lentamente e la afferrò per i capelli. Sollevandola da terra, si fermò per un istante e chiuse gli occhi quando lodore del suo sangue lo pervase.
Voi demoni non siete altro che mostruosi ibridi rinnegati dai Caduti che vi hanno generato.. sibilò Michael, improvvisamente consapevole di cosa fossero davvero i demoni. Finora non aveva mai notato le deboli tracce di sangue di Caduto nei demoni ma adesso conosceva il loro sapore.
I Caduti e gli Dei del Sole erano simili, in questo senso creavano mostri a caso. Lunica differenza era il modo in cui li creavano.
Morgana allungò una mano verso il braccio che la teneva per i capelli e affondò gli artigli nella carne. Rimase senza fiato quando, allimprovviso, si ritrovò sollevata da terra, a fissare quei furiosi occhi color ametista. Le sue scarpe alte caddero sul pavimento e lei avvolse laltra mano attorno alla nuca di Michael, sperando di spezzargli il collo e liberarsi.
Sentendosi penetrare da quello sguardo color ametista, finì per indebolirsi, rimanendo appesa per i capelli.
Lasciami andare. sussurrò Morgana, improvvisamente impaurita. Lei era forte, una delle più forti in quella zona malfamata, eppure quel vampiro, che lei aveva creduto una vittima facile, era assai più forte di qualsiasi creatura avesse mai incontrato.