Guido Pagliarino - Le Immortalità

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Guido Pagliarino

Le immortalità

Romanzo

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L’immagine di copertina è stata realizzata elettronicamente dall’autore.

Personaggi, nomi personali e collettivi, vicende, situazioni corali o individuali del passato o del presente sono immaginari. Eventuali riferimenti a persone viventi o vissute sono involontari

Capitolo 1

Capitolo 2

Capitolo 3

Capitolo 4

Capitolo 5

Capitolo 6

Capitolo 7

Capitolo 8

Capitolo 9

Capitolo 10

Capitolo 11

Capitolo 12

Capitolo 13

Capitolo 14

Come sempre il professor Denisi, storico dell'età contemporanea, era entrato in aula senza salutare, aveva preso posto e, senz’alcun preambolo, aveva iniziato: "Eravamo giunti l'altra volta al 2117, un anno veramente cruciale per il mondo come avevo anticipato. Oggi ne vedremo il perché: Ormai da più di un triennio i ricercatori del laboratorio cellulare di neurobiologia dell’Istituto Privato Bertrand Russell di Londra svolgevano esperimenti sopra moscerini della frutta: Scopo della sperimentazione: l’allungamento della vita umana. Come vi è probabilmente noto almeno a grandi linee, le drosofile sono insetti dalla vita breve, di circa otto settimane, che presentano una struttura biologica esemplare, della quale è possibile manipolare la genetica agevolmente. In una prima fase delle ricerche quegli scienziati erano arrivati a un risultato già significativo, realizzando la cosiddetta amplificazione autophagy entro il sistema nervoso dei moscerini. Va tenuto presente che la sopravvivenza d’una cellula dipende dall’idoneità della stessa a ridursi e a riciclarsi secondo un certo meccanismo, denominato appunto autophagy, che la ripulisce rimuovendone le componenti dannose alla vita e ricicla le particelle elementari indispensabili alla ricostruzione della cellula stessa: insomma, che la custodisce. Orbene, i fattori nocivi erano di molto diminuiti nel corso della vita delle drosofile trattate, anche se la vita delle stesse non s’era allungata in modo significativo, non molto più delle naturali otto settimane. In una seconda fase di ricerca però, affinato il sistema, quegli studiosi avevano ottenuto d’impedire per un tempo più lungo la cosiddetta accumulazione del danno cellulare, che dipende dall’età, e così la longevità di quegl’insetti aveva toccato i tre mesi d’esistenza, un po’ come se un essere umano avesse raggiunto i centocinquant'anni. Il risultato era stato assai soddisfacente. Nondimeno il laboratorio aveva dato inizio a una terza fase d’esperimenti sulle drosofile, con l’obiettivo d’allungarne ancor più la sopravvivenza e puntando a una vita umana di almeno duecento anni. Era stato in questo terzo stadio che s’era arrivati a uno straordinario risultato; anzi, più che straordinario, mirabolante per non dire incredibile: s’era ottenuta, con quasi assoluta certezza, l’immortalità di quei moscerini! Si trattava di qualcosa che, fin ad allora, era stata ritenuta impossibile, ché un conto è rinviare il momento del decesso grazie alla scienza, un altro evitarlo del tutto. Eppure non s’era potuto che considerare tendente a 1 l'indice di probabilità che le drosofile assoggettate all’esperimento avessero raggiunto l'immortalità; infatti erano passati molti mesi e poi un anno e quindi due durante i quali esse avevano seguitato tranquillamente a vivere senza invecchiare restando vigorose: un periodo di vita, rapportato alle otto naturali settimane dei moscerini, che corrispondeva, proporzionalmente, a millenni d'esistenza umana. Di certo non superficialmente, insomma, s’era potuto pensare a una sorta d’immortalità, pur non potendosi vedere nel futuro. Così l’Istituto Privato Bertrand Russell, ch’era amministrato da un giovane, ricchissimo uomo d’affari e finanziato dal medesimo e da un suo socio di minoranza, i quali s'erano impegnati nell'impresa non solo a fini personali di salute e longevità ma per averne un lautissimo guadagno economico, in vista di questo il 10 giugno 2217 aveva annunciato al mondo la messa sul mercato del prodotto ufficialmente denominato Siero Blocco Deterioramento Rigenerazione Riaggregazione Cellule ma chiamato poi, popolarmente, “il siero Vita Eterna”. Con tutto ciò io ritengo, e sono in amplissima compagnia, che si fosse trattato non tanto d’un esito scientifico, ma dell'intervento di un ultrapotente quid estraneo, forse appartenente a un universo parallelo del quale s’era aperta una porta sul nostro cosmo, forse essenza stessa panteistica del nostro universo. Non si trascuri che per primi quei ricercatori erano stati consapevoli d’essere giunti a un risultato di molto superiore all’obiettivo prefissato e avevano ammesso fra loro, come s'era poi risaputo, che doveva aver agito anche un fattore esterno sconosciuto. È doveroso peraltro ricordare che altri esponenti del mondo intellettuale non pensano a universi cronofisici paralleli o a un'essenza pensante del nostro universo, pur concordando sull’idea dell'intervento di un quid estraneo che tutti indichiamo con la locuzione, tratta dal teatro antico, “deus ex machina”: essi pensano a un'entità del tutto esterna non solo al nostro ma a qualsiasi immanente universo, concepiscono... un quid trascendente: Dio! Fra di essi s’annovera il chiarissimo teologo e filosofo professor Eugenio Serra il quale ha cordialmente accettato d'intervenire oggi a questa lezione, in immagine olografica, e che fra poco vi fornirà direttamente il suo rispettabile parere; ma intanto torniamo all’anno 2117. Va tenuto presente che nel XXII secolo l’umanità era ormai in grandissima maggioranza atea, esito d'un processo che aveva interessato per secoli il mondo, prima i Paesi occidentali e poi pure tutti gli altri; e dopo l'invenzione del procedimento Vita Eterna i già pochi credenti s'erano ridotti, niente di meno, a poche centinaia di migliaia nel mondo: quasi l'intera umanità era ormai sicura che non esistesse alcuna divinità e, semmai, che sugli altari dovesse essere posta la specie umana. Così si giunse a una legge internazionale che proclamò l'anno dell'invenzione del procedimento Vita Eterna quale il primo d'una nuova era; e il 2117 dopo Cristo divenne l'anno 1 dell'Era dell'Uomo. La norma era stata votata dal Parlamento Mondiale, simbolicamente, il dì 25 dicembre 2117, giorno ch’era stato proclamato festa del Natale del Libero Genio Umano. S'era aperto da quella data un tremendo periodo di quattro secoli, chiusosi ufficialmente solo il 1° gennaio di quarantadue anni or sono quando, per una nuova norma, si tornò alla conta degli anni secondo l'antico, plurimillenario calendario. Oggidì tutti, tanto i credenti, il cui numero è cresciuto, quanto i pur sempre numerosi increduli definiscono quei quattrocento anni l'Era Antiumana. Vediamone il perché. Bisticci erano iniziati già nell’anno 2, dopo alcuni mesi di generale entusiasmo, e s’era giunti presto a gravi avvenimenti nel corso dei quali era anche scorso sangue. Il processo Vita Eterna era lento e complesso ed era stato messo a disposizione del pubblico, per decisione dei due miliardari finanziatori, esclusivamente presso i laboratori del Bertrand Russell: formalmente i due magnati erano direttori amministrativi dell’Istituto, ma in sostanza ne erano i proprietari, grazie a certi incroci societari, e potevano decidere come meglio conveniva loro. I due, ovviamente, avevano fruito per primi del processo Vita Eterna, e subito dopo di loro i rispettivi famigliari. Ne avevano beneficiato poi i ricercatori e le loro famiglie, a parte un biologo credente e praticante che aveva preferito rinunciare, avendo fede fermissima nella vita eterna trascendente. Fatto è, nondimeno, che il procedimento era talmente lento e complesso che solo una parte di coloro che s'erano messi in lista d’attesa poteva avvalersene prima che giungesse la morte; e oltretutto tal elenco s’andava allungando. D’altra parte, il processo Vita Eterna era talmente costoso che ne erano lasciati comunque fuori quasi tutti, e gli esclusi non potevano che esserne oltremodo contrariati, o peggio, a parte gli ormai rarissimi credenti in Dio che miravano a ben altra Vita e che non erano attratti dall’idea d’esistere per sempre in questo mondo materiale. S'era accresciuto sempre più il numero di furti e rapine ai danni di miliardari, sovente attuati da bande di molte decine di persone che ingaggiavano conflitti a fuoco e sopraffacevano le guardie del corpo delle loro vittime e quasi sempre, non appena compiuto il crimine, s’uccidevano fra loro per il bottino, solitamente insufficiente a pagare l'eternità per tutti i membri del gruppo. Inoltre erano stati perpetrati omicidi contro magnati in lista d’attesa, attuati da sicari ingaggiati da altri miliardari anch’essi in nota, all’ovvio fine di ridurre il numero dei concorrenti. Si aggiunga che ulteriori uccisioni erano state attuate, nell'ambiente plutocratico, da terroristi politici. Costoro in piccola parte avevano operato isolati ma in gran maggioranza s'era trattato di membri di un’organizzazione paramilitare rivoluzionaria autodefinitasi Gruppi Armati Per La Vita del Popolo. Tutti loro avevano attentato non solo all’esistenza dei miliardari in attesa d’intervento, ma pure a quella dei loro eredi, tanto parenti fino al terzo grado quanto estranei beneficiari di testamenti: al fine d’ottenere di fatto che i patrimoni dei miliardari assassinati, ormai senza successori, finissero legalmente in eredità allo Stato; e pretendendo, sotto minaccia d'attentati a uomini politici, che si istituisse in conseguenza una pubblica Lotteria della Vita Eterna avente quei capitali come premi, affinché ciascuno potesse avere, almeno, una minima speranza di eternità. Nondimeno, insieme agli attentatori ch’erano entrati nelle simpatie popolari, anche molti comuni cittadini, con manifestazioni di piazza, chiedevano a gran voce quella riffa pubblica, ed erano dimostrazioni che sovente degeneravano in tumulti. La richiesta non era stata accolta, i terroristi erano stati meticolosamente cacciati e, uno per uno, arrestati e condannati alla detenzione a vita nei campi di lavoro forzato che, da poco, erano stati impiantati sul più grande satellite di Saturno, Titano. Si deve notare che, mentre i prenotati che non erano stati sottoposti al procedimento potevano ancora, com’è ovvio, essere uccisi, gli altri comunque no. Non ci si stupisca. Avevo accennato a risultati del procedimento ben superiori al raggiungimento della naturale eternità di vita; ebbene, coloro che già avevano superato il processo Vita Eterna non solo erano divenuti immortali nel senso che più non invecchiavano e dunque non decedevano, ma essi non potevano più morire nemmeno in caso di trauma di natura mortale. Appare impossibile, non è vero? Eppure è così. Per inciso, questo fatto corrobora l'idea che l'invenzione non fosse solo un risultato umano, ma fosse frutto dell'interferenza di un'ignota causa esterna di estrema potenza. Il primo avvenimento che aveva dimostrato tal incredibile fenomeno era accaduto nel febbraio dell’anno 2, un incidente di sci che avrebbe dovuto essere assolutamente fatale, essendo il soggetto precipitato da un dirupo per ben cento metri di dislivello; egli al contrario, sia pure dopo gravissime sofferenze come aveva poi riferito ai media, s’era rimesso perfettamente in sesto, come se si fosse risanato per legge di natura. All’inizio l’opinione pubblica era rimasta scettica, i più avevano pensato a un caso fortunatissimo, ad esempio a una caduta sopra un mucchio di neve soffice; però s’era dovuta col tempo ricredere, essendosi verificati altri casi di traumi potenzialmente mortali rimasti invece senza conseguenze luttuose; ed era stato chiaro a tutti che nessuno di coloro ch’erano stati sottoposti al trattamento Vita Eterna poteva più essere ammazzato; e nemmeno, d’altro canto, suicidarsi: in nessuna maniera. Anche di questo parlerà, fra poco, il teologo professor Serra. Per i primi tre secoli dei quattrocento anni della nuova, tremenda era il mondo era stato ovunque insanguinato a causa del procedimento Vita Eterna. Un poco alla volta, tuttavia, quelle violenze erano andate diminuendo, fin a scomparire del tutto. Perché? Perché gli eterni, col passare del tempo, sempre di meno erano apparsi individui privilegiati, anzi i comuni mortali, nel corso delle loro generazioni, li avevano visti intristirsi sempre di più, fin quasi alla disperazione. Gli ultimi casi di violenza, e solo più da parte di sprovveduti, s’erano verificati una cinquantina d'anni or sono, episodi che i vostri nonni certamente rammentano. Signori studenti, meditate su quegli orrori! Considerate quanta superbia può esserci nella ricerca scientifica, quando manchi in essa lo spirito umanistico: quell’umanesimo che non dev’essere solo filosofico, ma anche scientifico, e che deve condurre scienza e tecnologia verso il bene di tutti gli esseri umani e non solo di pochi privilegiati. Oh... vedo che il professor Eugenio Serra sta apparendo proprio adesso al mio fianco in forma olografica: vi esorto ad applaudirlo e poi a seguirlo nel più perfetto silenzio."

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