Guido Pagliarino - La Sfida стр 7.

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Pure adesso c’è chi, anche tra cristiani, ignorando che il Cristianesimo ha come base religiosa essenziale la reale risurrezione di Gesú, non una dottrina derivante da speculazioni, afferma che sotto l’insegnamento praticato ai comuni credenti, cioè quasi a tutti, si cela il vero sapere rivelato da Cristo a pochi discepoli e da questi tramandato a una parte sola dei loro allievi. Uno di quegli eletti sarebbe stato l’apostolo Giovanni, per l’essere stato il migliore amico di Cristo - il discepolo che Gesú amava -, e, secondo il Bultmann, perché nel suo Vangelo si situerebbero basilari concetti gnostici. Pure gli apostoli Tommaso e Filippo sono da due millenni ben piazzati fra quei presunti eletti tra gli eletti di Cristo, il primo per aver voluto conoscere a fondo la verità mettendo le dita nelle piaghe del Risorto e il secondo per avergli chiesto di fargli vedere il Padre.

Vi sono oggi cristiani che praticano riti segreti magico-iniziatici e spiritismo. Li troviamo, oltre che nel movimento New Age -Next Age, fra cattolici integristi dell’estrema destra che aderiscono a conventicole da considerarsi piuttosto gnostiche che cristiane, per l’atteggiamento di disdegno culturale e umano verso le persone più semplici, o soltanto ritenute tali perché non delle loro. Anche protestanti partecipano a sedute spiritiche o sono tentati o addirittura credono nella reincarnazione. Altri cristiani sono membri di confraternite esoteriche, più o meno massoniche, Rosa-Croce, o di cattoliche fratellanze che si rifanno segretamente agli antichi Templari o al Martinismo di fine ‘700.

L’antico Gnosticismo attraversa tre fasi:

Il precristiano ha come aderenti pagani e, parallelamente, ebrei.

Quello intermedio, introducendo la persona di Gesú, usa alcuni concetti cristiani. Riguarda in modo particolare giudei. Il più famoso esponente, anche se non tra i più gnostici, ne è il samaritano Simon Mago.

Nell’ultima fase, dai primi decenni del II secolo, ha ormai una forte base di concetti cristiani. Questo Gnosticismo cristianeggiante trova adepti soprattutto presso greci e romani colti.

Nello Gnosticismo precristiano, come ad esempio presso i barbelognostici, la redenzione deriva dal risveglio dell’Uomo primordiale per opera di una Grande madre - Sophia, Sapienza o Barbelos - che discende nel fondo del primordiale abisso; in seguito la funzione di Salvezza è svolta dalla figura maschile di Seth, presso i sethiani; finalmente, con lo Gnosticismo cristiano, è assolta da Cristo.

Tuttavia, anche nello Gnosticismo cristiano non risulta nulla del mistero della reale incarnazione di Cristo il Figlio-Dio-uomo, della sua vera morte per crocifissione e della sua risurrezione in corpo e anima umani, concetti, anzi per i credenti fatti storici compreso l’ultimo, essenziali per il Cristianesimo. Per quegli gnostici il Salvatore, dopo che è disceso sulla terra, senza incarnarsi, e ha rivelato la vera conoscenza, ascende, senza essere mai morto, attraverso i cieli materiali che Sophia aveva posti a confine del mondo dell’universo fisico, e ricostituisce l’unità dello spirituale pleroma in una finale conflagrazione di luce splendida che elimina la materia e sigilla la redenzione degli esseri umani.

Gli antichi maestri gnostici impartiscono segreti insegnamenti ai loro discepoli sui fondamentali problemi dell’umanità, l’origine e il fine dell’essere umano, la struttura universale, il significato del male e del dolore: questo costituisce la parte filosofica delle loro dottrine; e offrono una via religiosa di salvezza ultraterrena. La conoscenza viene raggiunta dagli adepti massimamente in forma mistica, anche attraverso rituali magico-religiosi. C’è una gerarchia; parte delle rivelazioni occulte è riservata ai membri di grado più alto.

I sistemi filosofico-religiosi degli gnostici sono in parte diversi a seconda del contesto culturale in cui sorgono e del tempo in cui nascono, ma ci sono fondamentali punti comuni.

Il male per gli gnostici non è assenza di bene o risultato d’una colpa umana, come invece nelle religioni giudea e cristiana, e poi islamica, ma una realtà in sé che ci fronteggia angosciandoci, un caos che è regno di quella morte cui l’uomo pare inevitabilmente indirizzato e per cui la vita è vana. Ma lo gnostico si considera speciale, fondamentalmente alieno da questo mondo e destinato a sopravvivere grazie a una particolare illuminazione ricevuta da un redentore divino che l’ha indirizzato a una vera, essenziale conoscenza, di tipo soprattutto intuitivo mistico, la quale può elevare il suo spirito a Dio e condurlo alla salvezza ultraterrena.

Mito gnostico essenziale è quello dualista, che nasce dall’esigenza di spiegare il male e armonizzare l’idea d’un Dio increato perfetto e trascendente con un universo materiale immanente, compreso il corpo dell’uomo, di cui il suo spirito è prigioniero; un mito che deve spiegare come il fondamento dell’esistere, l’Uno, conservi la sua unicità e immutabilità perfette e insieme si manifesti nel molteplice divenire. Dio è infatti l’Essere ma si esprime in molteplici enti, forme intelligibili del mondo, compreso l’ente antropologico. Per gli gnostici, poiché Dio è buono e la materia è cattiva, egli non può esserne il diretto creatore. Egli crea in quanto, essendo Amore, non desidera stare solo; ma non il mondo materiale, bensì il pleroma, regno della divina pienezza popolato di sue creature spirituali (eoni). Quanto più si avvicinano ai confini del pleroma, tanto meno quegli spiriti sono perfetti.

La letteratura gnostica ha forma mitologica, precisamente i fondamentali problemi dell’uomo sono espressi tramite miti; ma altrimenti dalle mitologie primordiali della natura, che raccontavano il rapporto fra l’uomo e il cosmo, nei testi gnostici il rapporto dell’uomo col divino è narrato in forma allegorica; non si tratta solo del dramma dell’uomo, in esso è coinvolto anche il dio gnostico, un Uno che ha l’idea, senza però voler esprimerla nel mondo, dell’Anthropos primordiale, archetipo dell’ente uomo; e le anime degli illuminati possono risalire dopo morti a quell’idea di Dio. È concezione diversa da quella delle religioni ortodosse giudea e cristiana, per le quali non ci sono preesistenti anime e Dio crea l’uomo a sua immagine e somiglianza, nel senso che soffia in lui un alito della sua Vita e della sua Ragione rendendolo non solo vivo come gli animali e le piante, ma capace di ragionare a fondo, fare libere scelte e intuire il Trascendente.

Per una parte degli gnostici, l’eone più lontano dall’Uno, a volte chiamato Sophia, Sapienza, è stato preso o meglio presa da Lussuria; e da Sophia è nato un Demiurgo, quello stesso di cui scriveva Platone, cioè un plasmatore – non creatore – del mondo materiale: la materia, sia pur buia, inattiva, sterile, per la maggior parte degli gnostici è coeterna a Dio. Da altri, in particolare in ambiente giudaico e, poi, cristiano, il Demiurgo è identificato col Dio crudele dell’Antico Testamento Jahvè18 Da altri ancora, questi è ritenuto generato dal Demiurgo.

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