Mario Micolucci - Dannato Malloppo! стр 8.

Шрифт
Фон

«Maledetti sbirri! Si ingozzano con le nostre tasse e poi, invece di aiutare gli onesti cittadini, si corrompono e vogliono tremila dollari per chiudere un occhio!» A Finn non risultava che il padre avesse, mai, pagato un cent di tasse. Anche sugli onesti cittadini, c'era più di qualcosa da ridire. Comunque, preferì non fargli notare quei particolari: questo, perché ci teneva alla pelle.

Hugg respirò a grandi boccate nel vano tentativo di placare l'ira e alla fine, sbottò: «Io mi rompo la schiena per procurarmi un bel malloppo, poi arriva quello lì e pretende tremila, dico tremila verdoni! Ma io lo ammazzo! Che vuoi che sia: mi basterà raggiungere quel costone e poi gli sbuco a portata di rivoltella: tanto quel fucile giocatolo neanche ci arriva a sparare fin qui!»

Si fece coraggio, estrasse la pistola, ma come si sporse dal riparo, un proiettile gli fischiò non troppo distante dall'orecchio. Forse, con il prossimo colpo, avrebbe aggiustato il tiro e l'avrebbe colpito. Hugg tornò subito ad acquattarsi dietro la roccia.

«Corna di mille bisonti! Uno stupido fucile a retrocarica non può sparare bene quasi quanto il mio Jagy! Se solo lo avessi ancora...» Sembrava più scosso per l'affronto alle sue convinzioni che per aver rischiato la pelle così alla leggera. Sbuffò e prese a frugarsi nelle tasche blaterando maledizioni irriferibili.

«Finn! Finn, smettila di rotolarti nella polvere come una gatta in calore e vieni qua!» Altro che gatta in calore, gli girava la testa per la percossa ricevuta e rialzarsi prontamente non fu affatto facile; tuttavia dovette farlo per non ricevere anche un calcione d'incoraggiamento.

«Tieni, portargli questi. Dovrebbero valere più o meno tremila dollari. E spera che non abbia capito che non ho un fucile, altrimenti vorrà tutto, compresa la nostra vita! Che il diavolo se lo porti!» Quello spilorcio del padre non condivideva nulla. Mai. Tuttavia, quando si trattava di rimetterci la pelle, ci metteva in mezzo anche lui. Sempre. «Sbrigati a tornare, che ce la svigniamo!» aggiunse.

«Ehm, pa'. C'è un altra cosa...»

Badfinger gli rivolse uno sguardo assassino, poi trasse un respiro profondo, digrignò i denti e gli fece cenno di continuare.

«È che il tizio vuole portarsi dietro anche me. Vuole scortarmi a El Paso per farmi medicare: gli serve per non destare sospetti.»

Hugg tirò un sospiro di sollievo.

«Pensavo volesse ancora qualcos'altro! Va con Dio figliolo e stammi bene.» Eh sì, era decisamente rincuorato.

«A dire il vero, ho intenzione di darmela a gambe il prima possibile e raggiungerti ad Agua Dulce.»

«Fai come vuoi, in fondo, qualche volta sai renderti utile. Alloggerò nell'unica locanda del posto: se ti farai vivo in tempo, ben venga, altrimenti, addio! Devo gestire un malloppo da cinquantamila dollari. Quindi, è chiaro che non possa cambiare i miei programmi per te.» Quel bottino era decisamente troppo cospicuo per la sanità mentale di Hugg. Lo possedeva da meno di un giorno e già stava diventando una fissa, un'ossessione che lo rendeva molto meno lucido e razionale di quanto fosse normalmente: anche il gesto di esporsi al tiro del ranger non era da lui. Finn, stabilì che se l'avesse lasciato solo per troppo tempo, avrebbe presto perso il padre, ma soprattutto la fortuna che si portava dietro.

Il ragazzo mise bene in mostra i gioielli che stringeva in mano, uscì dal riparo e raggiunse il Biondo.

Rick esaminò i gingilli bisbigliando le cifre che gli giravano nella testa, poi fece una smorfia appena percettibile e sbraitò: «Dannato spilorcio! Con questa roba, al più, ci faccio duemilanovecento dollari, senza considerare la parcella del ricettatore.» Chissà perché, Donnola non ne era affatto stupito.

L'uomo ci pensò su un attimo: forse, era tentato di rimandare il moccioso dal bandito a pretendere la parte mancante o, ancor peggio, di affrontarlo per prendersi tutto. Fortunatamente, era convinto che il tizio non potesse avere più di cinquemila dollari. Così, alla fine, stabilì che il gioco non valesse la candela. «E sia! Diciamo che per stavolta, gli faccio lo sconto» concesse scuotendo la testa.

Se Hugg Badfinger aveva puntato diritto ad Agua Dulce, c'era un motivo. Lì, si trovava un misero negozio di cianfrusaglie; tuttavia se si avevano le giuste conoscenze, si poteva accedere a una discreta varietà di servizi... accessori. Ad esempio, era possibile impegnare qualcosa per un prestito o, addirittura, rivendere merce anche e soprattutto di dubbia provenienza. Certo, Aaron Mansill non era che un ricettatore da quattro soldi, però era il solo che Hugg conoscesse da quelle parti ed era lunico con il quale aveva già concluso dei buoni affari. Una cosa era sicura, il commerciante non avrebbe mai potuto riscattare l'intera refurtiva: sia perché non aveva agganci così importanti da riuscire a reimmettere sul mercato tutta quella roba, sia perché non disponeva, neanche lontanamente, di una liquidità così cospicua da poterla acquistare. Se lavesse avuta, non sarebbe stato lì a spillare spiccioli dai ladri di polli. A ogni modo, Hugg da qualche parte doveva pur sempre cominciare.

Non si era fidato a portarsi dietro tutto quel ben di Dio, così aveva nascosto larga parte del bottino sotto una roccia poco fuori dal paese. Era stato molto prudente e, prima di darsi da fare, si era appostato ed era rimasto a vigilare intorno a sé a lungo. In pratica, per tutto il tempo necessario a essere assolutamente certo che nessuno lo stesse spiando: una precauzione ai limiti della paranoia.

Giunse nel saloon di Agua Dulce poco prima di mezzogiorno. Giusto in tempo per farsi servire qualcosa dal vecchio Ben: una birra sgasata e calda come piscio, insieme a uno stufato di patate e coniglio. Era ragionevolmente sicuro che il coniglio non fosse coniglio, ma faceva lo stesso: limportante era mettere qualcosa sotto i denti. Fortunatamente, grazie al suo aspetto lercio e allatteggiamento cupo, era riuscito a starsene per i fatti suoi, in un angolo appartato, senza che nessuno lo avvicinasse. Regole non scritte stabilivano che avrebbe dovuto offrire da bere al suo vicino di bancone: aveva sempre odiato farlo e tale avversione non risultava affatto mitigata dal fatto che fosse diventato ricco. Completato il pasto, si fece assegnare una topaia ove alloggiare e vi si chiuse dentro a doppia mandata. Intendeva attendere la sera per recarsi dal ricettatore: presentandosi in corrispondenza dellorario di chiusura, avrebbe avuto tutto il tempo di sbrigare laffare a battenti serrati, senza essere disturbato da avventori occasionali.

Giunse la sera ed era quasi ora di incontrare Aaron. Prima di ogni altra cosa, si assicurò che i gioielli che si era portato dietro fossero ancora con lui. Daltra parte, dove potevano essersene andati. Poi infilò in una tasca interna del gilet il documento dallaspetto importante, si accese un sigaro e scese di sotto a farsi un whiskey. Aveva la gola secca, inoltre, non ci si trovava a concludere affari senza un po di spirito in corpo.

Aveva appena portato il bicchiere alle labbra, quando una voce spiacevolmente familiare gli fece andare di traverso il drink.

«Sapevo che ti avrei trovato qui! Vedi che succede a ingozzarsi da soli? Lo dico sempre io: chi beve da solo si strozza!» Voleva dire esattamente ciò che stava affermando o quella frase nascondeva un doppio senso?

«Ben! Un bicchiere di acqua di fuoco anche per il mio amico.» Che il diavolo se porti! Stupido alcolizzato! Perché non è crepato insieme agli altri di Little Pit?

«Dimmi, Hugg: dove andavate tu e il tuo marmocchio con quella corsa? Ero di ritorno al villaggio. Prima, mi ha sorpassato un pistolero a cavallo che sembrava avere molta fretta, poi, quando ero quasi arrivato, vi ho visto schizzare via come se aveste il diavolo alle calcagna: avevate la stessa fretta del tizio e... anche lo stesso cavallo. Ho provato a seguirvi con il mio carretto, ma eravate così lanciati che vi ho persi di vista. Però, ho scommesso sul fatto che vi avrei trovato qui. Cosa gli avete trovato addosso?» Joe Otthims, che si era accomodato accanto a lui, accompagnò la domanda con un sorrisone complice e una gomitata scherzosa. Luomo era enorme e sfoggiava un pancione oltremodo prominente. Era molto più grosso di Badfinger che, comunque, era assai ben piazzato. Il viso butterato e rubicondo era contornato da barba e capelli neri, incolti e schizzati di bianco. La voce rude, poderosa e il gergo colorito stridevano con il suo accento perfettamente inglese.

Ваша оценка очень важна

0
Шрифт
Фон

Помогите Вашим друзьям узнать о библиотеке

Скачать книгу

Если нет возможности читать онлайн, скачайте книгу файлом для электронной книжки и читайте офлайн.

fb2.zip txt txt.zip rtf.zip a4.pdf a6.pdf mobi.prc epub ios.epub fb3

Похожие книги

Флинт
29.4К 76

Популярные книги автора