Marisa Santi - Danzando Verso La Felicità стр 5.

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<<Pronto, ciao Max>> rispondo con nonchalance.

<<Ehi! È da un po che ti chiamo sul cellulare>> mi rimprovera

<<Scusami, devo averlo lasciato sbadatamente in palestra.>>

<<Volevo ricordarti che stasera verrò a prenderti così andiamo a fare un giro da qualche parte.>>

<<Me lo ricordavo!>> mento.

<<Allora ci vediamo più tardi e, mi raccomando, non tardare come al solito!>>

Mentre parlo al telefono noto la presenza di Mattia che non esita ad ascoltare e vedo i suoi occhi diventare tristi allimprovviso. Distolgo lo sguardo da lui e mi concentro sulla conversazione. <<Ti aspetto questa sera per le ventuno; a dopo!>>

Ultimamente io e Max non ci frequentiamo spesso. Prima ci vedevamo ogni sera e ci sentivano telefonicamente almeno una decina di volte al giorno. Poco alla volta abbiamo capito che forse sarebbe stato meglio vedersi meno, lattesa ha il suo fascino.

Conclusa la telefonata torno nel salone: <<Scusate ragazzi, sapete comè Max, se non mi sente mille volte al giorno dà fuori di testa!>>

<<Tranquilla Isabel!>> esclama Rebecca

<<Stavamo chiedendo a Mattia se potesse fargli piacere uscire con noi, così gli mostriamo questa magica città e magari potremmo anche fare un giro per locali>> dice Alex

<<Certo, mi farebbe molto piacere.>> risponde Mattia entusiasta dellofferta.

<<Cosa ne dici, sopporterai la nostra compagnia?!?>> gli domando rivolgendogli un timido sguardo.

Annuisce senza parlare, continuando a fissarmi. Devo superare questa sensazione di imbarazzo. Adesso lo riempio di domande, magari prendendo un po di confidenza mi farò passare questa paura di incrociare i suoi occhi. Forza e coraggio.

Resetto e con disinvoltura gli chiedo: <<Da dove vieni?>>

<<Da Roma!>> mi risponde guardandomi come se davanti a lui ci fosse unaltra persona.

In effetti ho cacciato via ladolescente impacciata che si era impadronita della mia mente. Non so come ci stia riuscendo ma sto tornando in me. Era ora!!!

<<Wow, amo Roma è bellissima, però non riuscirei a viverci è troppo caotica e presa dassalto dai turisti. Magari un giorno potrai tu farci da cicerone nella tua città. Non sono ancora riuscita a visitarla tutta.>>

<<Molto volentieri, quando vorrai Isabel sarò a tua disposizione.>> Dice senza nascondere un sorrisetto malizioso.

<<Me lo ricorderò quando vorrò evadere da Torino e dai miei mille impegni.>>

E magari quando la smetterai di intimidirti guardandolo.

Interviene il mio subconscio.

Tra una chiacchierata e laltra il tempo è volato. Mia madre ci invita a prendere posto a tavola. In qualche modo mi ha nuovamente salvata.

Durante la cena Mattia è molto partecipe e per nulla in difficoltà cosa che mi porta in maniera inaspettatamente naturale a sperare in una sua repentina integrazione nel gruppo e, nuovamente, ad augurarmi di vincere altrettanto rapidamente l'imbarazzo che mi crea la sua presenza. Mi perdo ad osservarlo, ha qualcosa di misterioso. Quando è distratto mi rendo conto che i suoi occhi cambiano luce, cosa avrà che lo preoccupa? Bello e tenebroso Devo smetterla di guardarlo così, prima o poi qualcuno se ne accorgerà e non va bene. Dò un occhiata allorologio appeso alla parete e mi rendo conto che è davvero tardissimo, sono già le venti e tra unora Max sarà qui. Saluto e mi alzo per andare nella mia stanza. Quando sono vicino alla scala, mi rendo conto che Mattia mi ha seguita.

<<Ce la farai a sopportarci?!?>> lo sfido ironicamente mentre saliamo assieme.

<<Direi di si!>> esclama sorridendomi.

<<Immagino tu sia stanco Ti conviene andare a riposare. Più tardi, quando rientrerò, farò in modo di non fare rumore per evitare di disturbarti.>>

<<Non sono affatto stanco. Penso di sistemare alcune cose in camera e poi mi dedicherò alla lettura di un libro. Mi spiace avere invaso il tuo spazio sai, per il bagno...>>

<<Non preoccuparti potrò sopportarlo>> gli dico facendogli un sorriso.

Mattia è nella sua stanza e si butta sul letto pensando divertito allesuberanza e allimpaccio di Isabel. Anche lui è frastornato dalle tante emozioni per la giornata appena trascorsa. Si sente attratto da quella ragazza. Ripensa al momento in cui lha vista volteggiare, sarebbe rimasto ore ad osservarla mentre danzava. Quando ha incontrato i suoi penetranti occhi nocciola non riusciva più a distogliere lo sguardo dal suo. E consapevole di averla messa in imbarazzo. Si sente attratto non solo dal suo aspetto ma dalla fragilità che vuole nascondere tramite ironia e sicurezza. Quando lei li ha raggiunti nel salone con indosso quel vestitino color crema che le lasciava scoperte le lunghe gambe toniche lha trovata irresistibile. Isabel: un viso particolarmente bello, incorniciato da lunghi capelli castani dai riflessi ramati, occhi grandi di un castano ambrato, bocca carnosa ben disegnata che fa da contrasto allespressione fresca e innocente. Ha un corpo tonico, il fondoschiena rotondo e modellato, un seno generoso, vita stretta e con tutte le curve al posto giusto Evidentemente lo sport ha aiutato a far sì che il suo fisico si modellasse nei punti giusti. Di certo non passa inosservatae tutto di lei gli rimanda perfezione e sensualità... Sommerso dal pensiero di Isabel dimentica per un po i suoi problemi e la vera motivazione che lha indotto a trasferirsi a Torino per un podi tempo.

Al solo pensiero che ci sia solo un muro a dividermi da Mattia mi fa venire la pelle doca. Basta pensare a lui! Devo riprendermi e muovermi. Decido di indossare un abitino nero che metta in evidenza le forme senza essere volgare, decolleté nere, un filo di trucco sugli occhi e un po di lip gloss, qualche goccia di Jadore, lultima spazzolata ai capelli che lascerò sciolti e, finalmente, sono pronta.

Il cellulare incomincia a squillare e, come da copione, è Max per avvisarmi del suo ritardo. Non ce la può proprio fare ad essere puntuale!

<<Questa volta cosa ti è successo?>> gli domando sbuffando.

<<Isabel scusami, ma ho avuto un imprevisto, quindi stasera purtroppo non possiamo vederci.>>

La reazione è immediata e piccata <<E me lo dici soltanto adesso, quindici minuti prima dellora x? Bravo, siamo alle solite!>>

<<Hai ragione ad arrabbiarti, ma mia madre si è sentita poco bene ed ha bisogno di me, mi dispiace. Giuro che domani mattina passo a prenderti prestissimo e ti porterò prima a fare colazione al bar e poi ti accompagnerò a scuola.>>

<<Va bene, anche per stavolta sei perdonato, ma per vendicarmi domani non darò peso alla mia linea e, visto che pagherai tu, mangerò tutto quello che mi capiterà sotto il naso. Non darmi buca di nuovo! Adesso vai da tua mamma e salutamela!>> dico smorzando il mio risentimento.

Capisco che questa volta è per una giusta causa, ma è seriamente difficile sopportare di ricevere costantemente dei bidoni.

Esco dalla stanza sbattendo involontariamente la porta. Non dovrei ma sono comunque molto arrabbiata è la terza volta che mi tira pacco negli ultimi dieci giorni. Sono talmente furiosa da non rendermi conto che la mia delicatezza nello sbattere la porta ha fatto uscire Mattia dalla sua stanza. I suoi occhi sono addosso a me che mi scrutano dalla testa ai piedi. Perché mi fissa così?

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