»Egli è arrivato poc'anzi, rispose Jenny, sopra un cavallo tutto coperto di spuma e sudore, e credo che solamente, per dargli tempo di riposare, siasi fermato nella nostra osteria.»
»Ciò a noi poco importa. È però verissimo, ora ci penso, che gli ho veduto fare un moto come di sorpresa quando entrarono qui gli abiti rossi. Dagli quel che domanda, ma astienti dal farlo ciarlare che potresti eccitare l'attenzion de' soldati sopra di lui. Unicamente, se volesse dormire qui, non gli assegnare una stanza a parte, affinchè se fosse mai che la giustizia il cercasse, non venga detto che noi volevamo nasconderlo. Quanto a te, Jenny, te lo ripeto, sii cortese con tutto il mondo. Non ti mettere fastidio delle cose che qualche giovanotto potesse dirti. Nella nostra condizione fa d'uopo sapere ascoltar tutto, e la tua brava madre avea ad ognora pronta la sua risposta per le rime. Non permettere però che si prendano libertà colle mani, e se t'abbattessi in qualche sfacciato, non indugiare a chiamarmi. Quando la birra incomincerà a fermentare nelle teste dei bevitori, osserverai che si mettono a parlare del governo e della chiesa; poi si riscaldano, poi attaccano briga. Lasciali fare, Jenny! Non v'è alcuna cosa che dia tanta sete come la collera: più litigheranno, più beveranno. Allora però sarà bene che tu metta in giro la mezza birra, bevanda rinfrescativa per essi, e già non se ne accorgeranno.»
»Ma, e se venissero alle mani com'è accaduto da poco tempo, non dovrò venire ad avvertirvi?»
»Non far mai simile pazzia! Chi vuol frammettersi nelle baruffe, ne ha spesso mercede di botte. Se son soldati che sguainino la sciabola, chiama la guardia. Se dei nostri, che dessero di mano alla paletta e alle molle da fuoco, manda ad avvertire il bailo e le guardie di polizia; ma non incomodarmi. Sono dilombato a furia di perdere il fiato tutt'oggi, e voglio desinare in santa pace. Oh osserva! il signore cioè l'ex-signore di Lickiput, che mangia una aringa affumata e beve una foglietta di mezza birra. Tiralo per la manica, e digli che lo prego venire a pranzo con me. In altri tempi fu un buon avventore, e non gli mancano che i modi per esserlo tuttavia. Beve ancora volentieri come quando era ricco. Se vedi qualche povero diavolo, privo di denaro, e che abbia bisogno di bere per una volta, dagli un bicchiere di birra: è una piccola spesa e serve a far buona riputazione al negozio. Da brava la mia figliuola! fa che tutti sieno contenti di te. Ma prima d'ogni altra cosa imbandisci il mio desinare, e portami due boccali di buona birra, e una misura d'acquavite.»
Dopo avere in tal guisa date le opportune istruzioni al suo primo ministro, Niel e l'ex-signore, cui in allora non parea vero d'essere commensale dell'ostiere, entrarono in un gabinetto appartato per passare insieme tranquillamente quanto rimanea di serata.
Vedeasi in quel momento gran moto nella gala cui presedeva Jenny. I cavalieri del Pappagallo aveano già portato il brindisi al lor capitano, il quale nel pensare a sè prendeasi parimente a cuore che nulla mancasse ai suoi convitati. Ma a poco a poco il numero di questi diminuiva, e i cinque o sei che rimanevano ancora, incominciavano a pensare alla ritirata, cosa che il giovine Milnwood aspettava con molta impazienza.
Stavano ad un'altra tavola poco distante da questa il sergente e il caporale, de' quali Niel aveva parlato, e che appartenevano al reggimento delle guardie di Claverhouse; reggimento instituito a un dipresso alla foggia de' moschettieri di Francia, i quali allorchè uscivano del lor corpo, venivano posti come ufiziali in altri reggimenti. Vi erano giovani spettanti a buone famiglie, circostanza onde superbivano gl'individui del corpo medesimo, e crescevano in quel tuono d'arroganza ch'era in essi caratteristico. Il sergente or menzionato offeriva una segnalata prova di ciò.
Egli era generalmente conosciuto nel proprio corpo sotto il nome di Bothwell, ma il suo nome di nascita era Francesco Stuardo. Discendea in retta linea da Francesco Stuardo, conte di Bothwell, rinomato per lo spirito suo turbolento, e per la parte presa da lui a tutte le querele che avendo funestato il regno di Giacomo VI re di Scozia, fruttarono allo stesso conte l'esilio, in cui terminò fra lo squallore dell'indigenza i suoi giorni. Il pronipote di questo, dopo avere servito come semplice soldato ne' paesi stranieri e nella Inghilterra, e dopo essere soggiaciuto a tutte le vicissitudini della fortuna, si vide costretto a contentarsi d'un grado di sergente nel reggimento delle guardie; nè gli giovò a trovare maggiori riguardi l'appartenere egli stesso alla famiglia reale, perchè il padre di Francesco Stuardo era figlio naturale di Giacomo VI. Una forza di corpo, in esso più che ordinaria, molta destrezza nel maneggio dell'armi, e la circostanza rilevante della sua nascita, gli aveano per vero dire conciliato l'animo degli ufiziali, ma l'indole sua naturale corrispondeva molto alla licenza e alla brutalità degli altri suoi compagni, che dalla consuetudine di far pagare le ammende e le tasse imposte su i Presbiteriani refrattari si erano formati un animo propenso all'oppressione e alla tirannide. Essi erano sì fattamente avvezzi ad incaricarsi di tali odievoli spedizioni, che credevano a sè lecita qualunque azione, nè conosceano altre leggi fuorchè gli ordini de' loro capi. In qualsivoglia impresa di tal natura, Bothwell fu sempre il primo a segnalarsi.
Se non lo avesse rattenuto un riguardo di rispetto verso il suo capitano, che in quella sala medesima giuocava ai dadi col ministro ecclesiastico, egli è probabile che non sarebbe rimasto sì lungo tempo senza farne alcuna delle sue; ma appena Graham si fu tolto di lì, non tardò Bothwell a sturbar la pace del rimanente di quell'assemblea, e a dare a divedere com'ei la sprezzasse.
»Holliday (disse volgendosi a un dragone venuto a sedersi presso la tavola ove stava Bothwell) non è cosa da trasecolare che questi sbarbatelli abbian qui passata a sbevazzare tutta la sera senza curarsi, nemmeno per immaginazione, di portare un brindisi ad onore del re.»
»V'ingannate! ho udito io l'abito verde, quando ha proposto agli altri di bere ad onore di sua maestà.»
»Sarà. Ebbene dunque! che bevano ora alla salute dell'arcivescovo di S. Andrea!»
»Ottima idea! soggiunse Inglis, e se qualcheduno ricusa, lo condurremo al corpo di guardia, e fattolo cavalcare il cavallo di legno, gli attaccheremo a ciascun piede una dozzina di carabine per tenervelo in equilibrio.»
»Bravo! riprese a dire Bothwell. Anzi, per procedere con buon ordine, voglio cominciare il mio invito da quel mingherlino, vera faccia da forca che innamora, postosi là solo in un angolo, come se credesse appestati tutti gli altri della compagnia.»
Alzatosi immantinente, e postosi la sua sciabola sotto al braccio per proteggere la prepotenza che ei meditava, si collocò rimpetto allo straniero che Niel avea sospettato essere un Presbiteriano refrattario, ed assumendo il tuono d'un predicatore Puritano: »Mio caro fratello, gli disse, ho una piccola istanza da presentarvi, ed è di empire il bicchier vostro di questa bevanda, che i profani chiamano acquavite e votarlo alla salute dell'arcivescovo di sant'Andrea, il degno primate di Scozia.»
Ciascuno stava impaziente della risposta che avrebbe data lo straniero. I lineamenti scabri e feroci di cotesto uomo; l'espressione torva de' suoi occhi, il vigor di nervi e di muscoli che al sol guardarlo manifestava, annunziavano in lui un uomo poco propenso a prestarsi agli scherzi, e molto meno a soffrire impunemente un insulto.
»E, se non faccio ragione alla vostra audacissima istanza, gli disse guardandolo di traverso, che cosa ne seguirà?»
»Ne seguirà, mio amatissimo; che per la salute dell'anima tua ti darò alcuni buffetti sul naso, piattonate sulla schiena quante ne potrai sopportare, e ti taglierò in appresso le orecchie.»